Ti sei mai chiesto se il tuo monopattino elettrico beve più o meno di un caffè espresso al bar? Sembra un paragone azzardato, eppure la risposta può sorprenderti. In questa guida chiacchierata ma puntuale andiamo a scoprire, con calcoli alla mano e qualche aneddoto da parcheggio, quanto finisce davvero in bolletta ogni volta che colleghi il caricatore alla presa.
Capire quanta energia chiede il tuo monopattino
Prima di tirare fuori la calcolatrice, fermiamoci un attimo: qual è la capacità della batteria? La maggior parte dei modelli urbani monta pacchi compresi tra 250 Wh e 500 Wh – ovvero da un quarto a mezzo kilowattora. Per capirci, 500 Wh corrispondono pressappoco all’energia di dieci lampadine LED da 10 W accese per un’ora.
E qui salta fuori la prima verità che pochi sussurrano: il valore sul libretto non racconta tutta la storia. La batteria non si scarica mai al 100 %, e il caricatore non è efficiente al 100 %. In media si considera un rendimento dell’85 %. Tradotto? Per riempire davvero una batteria da 500 Wh potresti assorbire qualcosa come 590 Wh.
Un giorno, in fila alla colonnina condominiale, ho conosciuto Marco: era convinto di spendere una fortuna perché ricaricava “ogni sera”. In realtà utilizzava solo la metà della capacità, scoprendo di buttare tempo e preoccupazione. Lo sai quanto consuma davvero la tua routine quotidiana?
La tariffa elettrica, quella cifra misteriosa al kWh
Sulla bolletta campeggia il famoso “costo al kWh”. Se non l’hai mai guardato – e molti di noi fanno finta di nulla finché non arriva l’addebito – sappi che in Italia, nel 2025, la media per l’utenza domestica in fascia F2–F3 oscilla intorno ai 0,30 €/kWh. Cifra indicativa, certo, perché dipende da contratto, eventuale prezzo fisso, oneri, tasse e dalla finestra oraria.
Già, le fasce: f1 dalle 8 alle 19, f2-f3 dalle 19 alle 8 e nei weekend. Se torni dal lavoro al tramonto e infili la spina alle 20, stai già approfittando del taglio notturno. Non male, vero?
Ecco il punto: conoscere quel numero ti mette in tasca la chiave per stimare qualsiasi ricarica, dal monopattino alla bici elettrica. Energia assorbita (kWh) × prezzo al kWh = costo. Una formula da scuola media, eppure potente.
Esempi concreti: conti alla mano
Passiamo ai numeri, quelli che fanno tacere dubbi e chiacchiere da bar. Immagina tre scenari, tutti con tariffa 0,30 €/kWh e rendimento di ricarica 85 %.
- Batteria da 250 Wh (0,25 kWh) scarica al 100 %
Energia richiesta: 0,25 / 0,85 ≈ 0,29 kWh
Spesa: 0,29 kWh × 0,30 €/kWh ≈ 0,09 € - Batteria da 500 Wh (0,5 kWh) scarica al 70 %
Energia richiesta: 0,35 kWh / 0,85 ≈ 0,41 kWh
Spesa: 0,41 kWh × 0,30 €/kWh ≈ 0,12 € - Batteria da 500 Wh totalmente a secco
Energia richiesta: 0,5 / 0,85 ≈ 0,59 kWh
Spesa: 0,59 kWh × 0,30 €/kWh ≈ 0,18 €
Hai letto bene: anche svuotando il pacco più capiente parleremmo di meno di venti centesimi. È il prezzo di metà cornetto al bar, altro che salasso.
Una nota sui tempi
Spesso i produttori indicano 3–5 ore per il ciclo completo. Ciò dipende dall’amperaggio del caricatore: più basso è, più lunga la sosta alla presa, ma minore lo stress termico sulle celle. Un caricatore “fast” fa gola, certo, però sottopone la chimica a febbre alta e, nel lungo periodo, può ridurre la vita utile della batteria. Vale la pena risparmiare quaranta minuti oggi se poi, tra due anni, dovrai sostituire il pacco (e lì sì che si parla di centinaia di euro)?
Fattori che possono far salire (o scendere) la spesa
Non basta guardare il contatore: diversi dettagli influenzano la bolletta, a volte nascosti come viti sotto il copertone.
- Temperatura ambiente: d’inverno la resistenza interna delle celle aumenta; l’elettronica compensa assorbendo più energia in fase di equalizzazione. Non un’enormità, ma a dicembre potresti spendere qualche centesimo in più rispetto a maggio.
- Caricatore originale vs universale: utilizzare adattatori economici può ridurre l’efficienza fino al 10 %. Alla lunga, quei pochi spiccioli si sommano.
- Tariffe dinamiche: alcuni fornitori propongono prezzo orario collegato alla borsa elettrica. Se ricarichi alle due di notte, in certi giorni il costo crolla a 0,15 €/kWh.
- Colonnine pubbliche: non tutte applicano il medesimo listino. Nei centri storici si trovano tariffe flat a sessione: paghi 1 € indipendentemente dai kWh erogati. Convenienza o fregatura? Dipende da quanta energia riesci a “succhiare” in una singola sosta.
Ti ricordi Marco? Ha iniziato a collegare il suo monopattino quando rientra tardi dalla partita di calcetto: “Pago meno della macchinetta del caffè”, mi ha confessato ridendo. Parola sua.
Come ottimizzare la ricarica e risparmiare
Ricapitoliamo le mosse più semplici per tenere bassa la spesa, senza diventare maniaci dell’Excel.
- Sfrutta le fasce orarie (l’unica lista di questa sezione, promesso):
- Se hai un contatore multiorario, programma la ricarica dopo le 19: la differenza può arrivare al 30 %.
- Nei weekend e nei festivi la fascia agevolata dura 24 ore: approfittane se non devi muoverti per lavoro.
Detto questo, ci sono altre abitudini di buon senso. Non scollegare al 100 % se non serve: mantenere la carica tra il 20 % e l’80 % allunga la vita del pacco e riduce gli sprechi. E se possiedi due caricabatterie, alternali: quello più lento per le notti lunghe, quello rapido solo in caso d’emergenza.
Power bank e pannelli solari: curiosità o futuro?
Chi pedala nel mondo tech avrà già visto kit di piccoli pannelli pieghevoli collegati a una power station portatile. Funziona per il monopattino? Sì, ma con compromessi. Una giornata di sole pieno da 150 W di picco caricherà circa metà di una batteria standard. Il costo? L’hardware è ancora caro, ma sull’isola, dove la rete è instabile, ho incontrato turisti che se ne vantavano. È più per spirito green che per puro risparmio, almeno per ora.
Domande frequenti che (forse) non hai ancora posto
Ricaricare al lavoro è davvero “gratis”?
Dal punto di vista energetico sì, dal punto di vista etico dipende dal regolamento aziendale. Chiedere al facility manager evita brutte sorprese.
Meglio ricaricare tutti i giorni o far scendere la batteria al 20 %?
Le celle al litio preferiscono cicli parziali. Collegare ogni sera non è un crimine, purché la temperatura resti sotto controllo.
Esistono app che stimano il costo in tempo reale?
Certo: alcune leggono il prezzo spot dell’energia e calcolano la spesa in background. Occhio però ai permessi, perché spesso vendono i tuoi dati di geolocalizzazione.
La batteria perde carica anche da spenta?
Una quantità minima, chiamata “autoscarica”, intorno al 2 % al mese. Non influirà sul portafogli, ma se lasci il mezzo inattivo per tre settimane, fai un check prima di partire.
Conclusioni
Alla fine della fiera, caricare un monopattino elettrico costa meno di una manciata di monete. Conoscere il proprio consumo, studiare la tariffa e scegliere l’orario migliore trasformano una spesa invisibile in un gesto consapevole. Ecco la missione di questa guida: togliere il velo di mistero e restituirti il controllo, un po’ come passare da passeggero a pilota.